Prevenzione sanitaria a Torino: molta consapevolezza, ma pochi controlli regolari
Da Gianluca Rini
Maggio 30, 2025

Nel capoluogo piemontese la fiducia nella prevenzione è diffusa, ma i controlli periodici restano saltuari. L’Osservatorio Sanità di Nomisma per UniSalute ha misurato con precisione questa distanza tra intenzioni e comportamenti, mostrando come la consapevolezza non basti a proteggere davvero la salute.
Consapevolezza diffusa, controlli discontinui
Secondo l’indagine, l’86% del campione giudica molto importante seguire lo stato di salute, eppure solo il 45% si sottopone regolarmente ad accertamenti. Un ulteriore 30% preferisce attendere i primi disturbi, mentre il 23% rinvia finché la malattia è conclamata. Il risultato è un ricorso tardivo alla medicina preventiva, con possibili ricadute sulla diagnosi precoce.
Visite trascurate e screening in ritardo
L’analisi dei singoli esami rivela lacune significative:
- il 17% non effettua esami del sangue da più di tre anni;
- un residente su quattro non ha eseguito mai un elettrocardiogramma;
- il 48% non si è sottoposto a una visita dermatologica per il controllo dei nei.
Particolarmente preoccupanti i dati relativi alle donne a Torino:
- 38% senza Pap test da almeno tre anni;
- Il 34% non ha mai effettuato un’ecografia al seno, consigliata già in età giovanile;
- il 34% non si reca dal ginecologo da oltre tre anni.
Ostacoli percepiti e canali di accesso
Tra coloro che hanno saltato i controlli negli ultimi dodici mesi, il 57 % afferma di non averne avvertito la necessità in assenza di sintomi. Seguono altre motivazioni:
- paura di una diagnosi negativa – 16%;
- tempi di attesa considerati eccessivi – 30%;
- costi ritenuti elevati – 15%.
Quando il controllo viene effettuato, prevale l’iniziativa personale (34%), seguita dal suggerimento del medico di famiglia (30%). Per quanto riguarda le strutture scelte, il 52% fa riferimento al servizio sanitario nazionale, mentre il 41% opta per poli privati convenzionati.
La fotografia che emerge è chiara: a Torino la cultura della prevenzione è teoricamente accettata, ma non ancora tradotta in comportamenti sistematici. Ridurre tempi di attesa, informare sui vantaggi della diagnosi precoce e contenere i costi percepiti potrebbe avvicinare più cittadini a controlli puntuali, trasformando la consapevolezza in pratica quotidiana.
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Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.