Dal 12 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023, alle Gallerie d’Italia di Torino si potrà ammirare la mostra fotografica di uno dei maggiori fotografi contemporanei: Gregory Crewdson. La mostra, intitolata “Gregory Crewdson. Eveningside” e curata da Jean-Charles Vergne, presenta per la prima volta, in anteprima mondiale, le i tre momenti della serie fotografica realizzata da Crewdson tra il 2012 e il 2022. “Eveningside” è il terzo ed ultimo capitolo della trilogia. Il primo e il secondo nucleo fotografico della serie sono rispettivamente “Cathedral of the Pines” (2013-2014) e “An Eclipse of Moths” (2018-2019). Accanto agli scatti inediti saranno esposte anche le foto pensate e realizzate da Crewdson a partire dal 1996: Fireflies.
Il contributo di Intesa Sanpaolo nell’organizzazione della mostra di Gregory Crewdson alle Gallerie d’Italia di Torino
“Eveningside” è stata in parte commissionata al fotografo Gregory Crewdson da Intesa Sanpaolo, che aprendo al pubblico la mostra alle Gallerie d’Italia di Torino porta avanti il progetto culturale iniziato a maggio 2021 con l’inaugurazione del museo torinese, che va ad aggiungersi alle sedi di Gallerie d’Italia già presenti a Napoli, Milano e Vicenza.
Il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha affermato a questo proposito:
L’ospitare mostre come Eveningside ci riconduce alle motivazioni dell’impegno di Intesa Sanpaolo verso la cultura: la diffusione di valori che uniscono l’arte, le persone, la comunità. La Banca coltiva questi valori con la stessa determinazione con cui concepisce il suo ruolo nei confronti della crescita dell’economia e della società.
“Eveningside” di Gregory Crewdson: tema e stile della mostra alle Gallerie d’Italia di Torino
I tre nuclei dell’opera del noto fotografo Gregory Crewdson si distinguono tra loro per tematiche e stili: “Chatedral of the Pines” e i suoi paesaggi boschivi desolati si contrappongono a “An Eclipse of Moths” in cui prevalgono cupi scenari post-industriali. In “Eveningside” Crewdson esplora invece la natura umana nella sua condizione più isolata: le figure vengono immortalate nella loro quotidianità, in situazioni di routine, rese affascinanti dai giochi di luce e ombra, bianco e nero, attraverso cui il fotografo richiama tòpoi cinematografici classici ormai radicati nella memoria collettiva.