A Torino ci sono degli elementi molto controversi, dal momento che nell’ultimo periodo ci sono state delle pesantissime proteste contro il comune, le quali hanno attaccato le condizioni di lavoro che le insegnanti della città sembrano costrette ad accettare per poter svolgere la loro professione.
I problemi delle insegnanti in protesta
Secondo le proteste fatte da parte degli insegnanti, il comune ha aumentato il numero di ore settimanali da 26 a 30 senza uno stipendio adeguato al lavoro richiesto e senza un giusto riconoscimento della loro organizzazione che si basa ancora su preconcetti legati al modo di agire delle maestre al di fuori della zona scolastica.
Oltre a ciò, è stata denunciata la mancanza di fondi che non arrivano alle scuole, con strutture che richiedono ristrutturazioni senza che queste siano concesse, materiali scolastici che non arrivano in nessun modo e assistenti educativi che si vedono invece diminuire il numero delle ore quando la scuola ha bisogno di loro.
Inoltre un’altra cosa grave è la totale mancanza di attenzione nei confronti degli altri membri del personale: secondo le maestre infatti, la tutela maggiore (neanche molto adeguata come è stato detto) viene fatta solamente agli insegnanti non tenendo conto dei bisogni di tutti gli altri dipendenti che lavorano nelle scuole, come i bidelli o i segretari.
Le proteste delle insegnanti contro il comune di Torino
In vista di tutti questi problemi, numerose maestre si sono riunite a piazza Palazzo di Città per una manifestazione pacifica nella data di lunedì 6 marzo, approfittando della seduta del consiglio comunale per ottenere maggiore attenzione dall’assessorato all’Istruzione, ritenuto il maggiore responsabile di questi problemi.
Le proteste sono state guidate da Tiziana Tripodi che lavora alla segreteria torinese della CISL Funzione Pubblica, esortando il comune a rivedere le proprie opzioni e dando si lavoro maggiore, ma con l’aggiunta di stipendi adeguati, maggiori finanziamenti ed una tutela estremamente migliore rispetto all’indifferenza di adesso.