Da Piffetti a Ladatte. Dieci anni di acquisizioni alla Fondazione Accorsi-Ometto
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 08, 2018

Dal 16 febbraio al 3 giugno, presso il Museo Accorsi-Ometto di Torino, si terrà una mostra sulle arti decorative, incentrata sulle acquisizioni che hanno incrementato la collezione permanente del museo.
L’esposizione, curata da Giulio Ometto, Presidente della Fondazione e da Luca Mana, conservatore del Museo, proporrà un centinaio di pezzi, tra gli oltre duecentocinquanta acquistati negli ultimi dieci anni, tra mobili, dipinti, miniature, orologi, argenti e oggetti montati, come omaggio alle arti decorative.
Il Museo Accorsi-Ometto ha lo scopo di far conoscere al pubblico uno straordinario patrimonio di arredi e di opere d’arte, oltre a quello di ampliare le proprie raccolte, mantenendo inalterato lo spirito collezionistico del fondatore Pietro Accorsi.
Il gusto per l’arredamento settecentesco, da una parte, e il collezionismo, dall’altra, sono stati mantenuti dal suo successore, Giulio Ometto, che ha acquistato nuovi oggetti, scelti appositamente per impreziosire le sale arredate.
Tra questi ci sono la Venditrice di Amorini in biscuit di Meissen del 1790-1800, le miniature francesi di elegantissimi gentiluomini e nobildonne del XIX secolo, gli oggetti montati, dove le porcellane della manifattura di Vincennes si alternano a quelle della dinastia Qing e della manifattura di Meissen, tra bronzi dorati, scene galanti e delicate statuette.
La dedizione di Accorsi nel ricercare e raccogliere pezzi del Settecento vede anche un gran numero di mobili piemontesi, tra cui il tavolino da centro di Pietro Piffetti del 1750, la scrivania impiallacciata in legno e avorio, dell’inizio del XVIII secolo, destinata al principino Vittorio Amedeo Filippo di Savoia, scomparso all’età di sedici anni, la consolle da muro del 1720-1730, che ricorda le argenterie del torinese Andrea Boucheron e gli arredi dei fratelli Riva e il gruppo di quattro poltrone, della metà del XVIII secolo, in legno intagliato e dorato, decorate da un rivestimento tessile a piccolo punto, con scenette all’orientale e realizzate certamente su modelli francesi.
Tra i pezzi acquistati alle aste internazionali ci sono l’elegante cofano-forte del Piffetti, intarsiato in palissandro, pruno e avorio colorato, risalente al 1750-1770, i tre gruppi scultorei in terracotta del Ladatte, raffiguranti le Allegorie dell’Autunno e dell’Inverno e Il Trionfo della Virtù incoronata da geni e attorniata dalle Arti Liberali, il candeliere in bronzo dorato, su modello di Juste-Aurèle Meissonier, che, con i due ritratti di Giovanni Panealbo, raffiguranti Vittorio Amedeo III di Savoia e la figlia Maria Teresa, e con quello della principessina Maria Luisa Gabriella di Savoia di Louis Michel Van Loo, raccontano la produzione artistica nel Regno sabaudo e il raffinato collezionismo legato alla corte.
Alcuni degli artisti della mostra raccontano il grande legame tra i Savoia, la committenza sabauda e la città di Torino, come Pietro Piffetti, nominato ebanista di corte nel 1731, Francesco Ladatte, che fu nominato da Carlo Emanuele III lo scultore in bronzo di Sua Maestà, Louis-Michel Van Loo, che nel 1733 si recò a Torino per servire la corte sabauda, ritraendo i principi e le principesse reali, e Giuseppe Maria Bonzanigo, che nel 1787 fu nominato da Vittorio Amedeo III suo scultore in legno, per poi sotto Napoleone ricevere la protezione del governatore del Piemonte, Camillo Borghese, e di tutta la corte napoleonica, oltre ad essere lo scultore regio sotto Vittorio Emanuele I.
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
Il biglietto d’ingresso intero costerà 8 euro, ridotto 6, e con la visita guidata, prevista per sabato, domenica e festivi alle 12 alle 18, 4 euro oltre al biglietto d’ingresso.
Articolo precedente
Giovanni Arpino Dall’Istria a Torino
Articolo successivo
L’elegante Olimpiade. Foulard delle montagne
Redazione TorinoFree.it