Il 12 maggio è la Giornata Internazionale dell’Infermiere: in Piemonte ne mancano 6mila
Da Gianluca Rini
Maggio 12, 2025

Il 12 maggio, data scelta per la Giornata Internazionale dedicata agli infermieri, invece di suonare come festa diventa un promemoria severo per la sanità. Secondo le stime fornite da Nursind, il Piemonte si troverebbe davanti a una carenza strutturale che mina la qualità dell’assistenza e mette in affanno ospedali, ambulatori e cure domiciliari.
Un vuoto che si allarga
Nelle diciotto aziende sanitarie locali operano 21.504 professionisti, un organico inferiore di circa 6.000 unità rispetto a quello ritenuto indispensabile per tutelare sicurezza e dignità dell’assistenza. Il sindacato segnala poi un trend che aggraverebbe il quadro: nel corso dell’anno più di mille infermieri lasceranno il servizio per raggiunti limiti d’età, mentre le assunzioni programmate non copriranno nemmeno i due terzi dei pensionamenti.
Ne deriva un progressivo assottigliamento dei turni, con reparti costretti a ridistribuire carichi di lavoro già pesanti e territorio che fatica a garantire continuità di cura.
Le condizioni di lavoro scoraggiano i nuovi ingressi
La scarsa attrattività della professione rappresenta l’altro volto del problema. Stipendi considerati insufficienti rispetto alle responsabilità, percorsi di crescita considerati quasi inesistenti e turni che lasciano poco spazio alla vita privata spingono i giovani verso altre strade.
Nursind riporta un aumento dei casi di burn-out, un incremento degli episodi di aggressione, verbale o fisica, e l’assegnazione di mansioni non strettamente assistenziali che sottraggono tempo ai pazienti. Con un’età media oltre i cinquanta anni, il ricambio diventa urgente: senza un piano di assunzioni adeguato e un miglioramento concreto delle condizioni contrattuali, secondo gli esperti, la rete pubblica rischia di perdere il sostegno di chi la fa funzionare ogni giorno.
Nonostante il contesto, gli infermieri continuano a presidiare corsie, sale operatorie e servizi territoriali guidati da un forte senso di responsabilità verso la comunità. Proprio a loro Nursind dedica il ringraziamento più sentito, ricordando che la buona sanità si regge sulla competenza e sulla dedizione di chi assiste il cittadino dalla nascita all’ultimo istante di vita.
Il messaggio è chiaro: riconoscere il valore di questi professionisti non è un omaggio formale, ma la condizione essenziale per evitare il collasso del servizio sanitario.
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Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.