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Record negativo di nascite in Piemonte: il dato in regione scende sotto la media nazionale

Da Gianluca Rini

Maggio 08, 2025

Record negativo di nascite in Piemonte: il dato in regione scende sotto la media nazionale

Il suono delle culle in Italia si affievolisce e, nelle province piemontesi, si fa ancora più rarefatto. Save the Children, nel dossier annuale “Le Equilibriste, la maternità in Italia”, fotografa un 2024 da record negativo: 370 mila neonati, 2,6% in meno sul 2023, con un indice di fecondità che tocca 1,18 figli per donna; in Piemonte il parametro scende a 1,14. L’organizzazione osserva che madri sempre più sole e con sostegni limitati pagano il prezzo più alto di questa deriva demografica.

Un trend demografico in caduta

Il calo non riguarda soltanto le nascite assolute: la contrazione interessa l’intero ciclo di vita familiare. Dal 2008 i nuovi nati sono diminuiti di quasi un terzo e l’età media al primo figlio si avvicina ai 32 anni. Tra le ragioni citate nel rapporto emergono l’instabilità economica, la precarietà abitativa e la scarsa rete di servizi per l’infanzia, condizioni che scoraggiano la decisione di diventare genitori.

Le difficoltà del lavoro femminile

L’indice occupazionale conferma uno squilibrio marcato. Tra gli uomini senza figli lavora il 77,8% e la quota sale oltre il 91% tra i padri; al contrario, l’occupazione femminile passa dal 68,9% tra le donne senza prole al 62,3% tra le madri.

Una su cinque abbandona l’impiego dopo il parto, spesso per l’assenza di nidi e orari compatibili con la cura dei piccoli. In questo scenario il Piemonte si colloca al secondo posto nazionale per tasso di occupazione femminile, segnale che, pur con criticità, il mercato del lavoro regionale offre qualche margine di tenuta.

L’Indice delle Madri regione per regione

L’ISTAT ha costruito per Save the Children una classifica che sintetizza sette dimensioni: natalità, lavoro, rappresentanza politica, salute, servizi, soddisfazione soggettiva e presenza di centri antiviolenza. In vetta spicca la Provincia autonoma di Bolzano. In classifica ci sono poi Emilia-Romagna e Toscana.

Il Piemonte resta al dodicesimo posto, mentre la Basilicata, la Campania e poi ancora la Puglia e la Calabria chiudono la classifica. Colpisce la discesa della Valle d’Aosta, scivolata dal terzo al sedicesimo gradino nell’arco di due anni.

Analizzando le singole voci, il Piemonte ha dati positivi per il lavoro femminile ma precipita al sedicesimo posto per rappresentanza delle donne negli enti locali e al diciannovesimo per dotazione di sportelli antiviolenza.

Sul fronte salute e servizi la regione guadagna la nona posizione grazie alla diffusione dei consultori e alla buona copertura vaccinale pediatrica. Il quadro complessivo suggerisce che, senza un potenziamento delle politiche di conciliazione famiglia-occupazione, il tasso di fecondità rischia di scendere ancora.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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