Torino: torna a nuova vita lo Stadio Filadelfia
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 18, 2017
“Ci siamo” E con questo comunicato stampa che è stato annunciato un evento a lungo atteso: un simbolo della città di Torino e del tifo granata, lo Stadio Filadelfia, tornerà a nuova vita dal 25 maggio, come ha annunciato il CdA della Fondazione Filadelfia.
Durante l’inaugurazione sarà scoperta nel Piazzale della Memoria una targa in memoria di Don Aldo Rabino, lo storico padre spirituale granata, già presidente onorario della Fondazione.
Lo Stadio Filadelfia sarà il nuovo centro sportivo del Torino Fc, ospitando gli allenamenti della Prima squadra e le partite della Primavera, infatti nelle prossime settimane saranno avviate le trattative tra Fondazione e società granata per definire tutti gli aspetti della nuova gestione da parte del Toro.
La prima pietra del nuovo stadio venne posta il 17 ottobre 2015 e adesso, diciannove mesi dopo, quello che ospitò le partite del Grande Torino e che negli anni successivi divenne culla del vivaio granata tornerà a essere il cuore di una grande squadra.
Lo stadio fu ideato partendo da un progetto del conte Enrico Marone di Cinzano, a quei tempi presidente granata, che aveva fondato la Società Civile Campo Torino allo scopo di acquistare l’area e costruirvi uno stadio con annesso campo di allenamento.
Il 24 marzo 1926 fu fatta la richiesta di concessione edilizia presso il comune e, subito dopo i lavori vennero affidati all’ingegner Miro Gamba, docente del Politecnico di Torino, mentre i lavori di costruzione erano seguiti dal commendator Riccardo Filippa.
L’inaugurazione dell’impianto avvenne il 17 ottobre 1926 e vi si svolse una partita amichevole tra il Torino e la Fortitudo Roma, con il principe ereditario Umberto II, la principessa Maria Adelaide e un pubblico di 15.000 spettatori.
Originariamente lo stadio copriva un’area di 38.000 m² cintati da un muro; era formato da due sole tribune, con una capienza che raggiungeva le 15.000 unità, mentre sotto la tribuna si trovava il parterre, disposto su 13 file.
Lo Stadio Filadelfia aveva delle gradinate in cemento, una tribuna in legno e ghisa costruita in stile Liberty, mentre le poltroncine della tribuna erano in legno, e tutte numerate e il muro che circondava la struttura era alto 2,5 metri.
La facciata era composta di mattoni rossi, con colonne e grandi finestre dotate d’infissi bianchi e le finestre erano collegate tra loro da un ballatoio con la ringhiera in ferro.
Sotto le tribune si trovava l’appartamento del custode, oltre a quattordici camere che servivano oltre ai giocatori e all’arbitro, anche l’infermeria, la direzione, e una sala per rinfreschi.
Nel 1928 venne aggiunta la biglietteria, e nel 1932 la gradinata della tribuna fu ingrandita portando la capacità totale dello stadio a 30000 persone.
Il Filadelfia ospitò le partite del Torino fino alla fine della stagione 1962-1963 e i granata vi vinsero sei dei loro sette Scudetti.
In questa struttura il Torino fu imbattuto per sei anni, per 100 gare consecutive, dal 17 gennaio 1943 alla tragedia di Superga, compreso la leggendaria partita che terminò per 10-0 ai danni dell’Alessandria.
Il 13 luglio 1943, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, fu bombardato anche il Filadelfia e tra le parti danneggiate si trovava il campo, poi utilizzato dagli alleati per giocare a baseball, oltre alle gradinate di via Giordano Bruno.
Il Filadelfia fu inagibile per molto tempo, e il campionato 1943 venne disputato presso lo Stadio Motovelodromo Umberto I, poi il Torino si spostò presso lo Stadio Mussolini, futuro Stadio Comunale.
Dopo la guerra, i lavori di ristrutturazione vennero eseguiti grazie al sostegno del nuovo presidente dei granata Ferruccio Novo.
Nel dopoguerra l’area del Filadelfia divenne residenziale, e arrivò l’idea di abbattere il complesso per costruire nuovi edifici, ma nel 1959 venne pubblicato il nuovo piano regolatore che definiva l’area parte del verde pubblico.
Per la stagione 1958-1959 il Torino, denominato Talmone per via di una sponsorizzazione, si trasferì allo Stadio Comunale, ma la stagione si concluse con la retrocessione in Serie B.
L’anno seguente la squadra tornò a giocare al Filadelfia, e lo stadio ridivenne la casa del Torino per qualche anno, fino al 19 maggio 1963, ultima partita ufficiale di campionato, Torino-Napoli terminato per 1-1 con un gol di Bearzot (T) e di Corelli (N).
Dalla stagione seguente i granata si trasferirono definitivamente al Comunale, che avevano iniziato a utilizzare per gli incontri di maggior richiamo.
Nel 1970 si tentò per la prima volta di recuperare il Filadelfia, con Presidente del Torino Orfeo Pianelli; la Società Civile Campo Torino fece eseguire un progetto per la ristrutturazione, ma tutto finì nel 1973 in quanto l’area era ancora destinata al verde pubblico.
Il Torino continuò ad allenarsi presso il Filadelfia fino al 1989, quando si trasferì nella moderna struttura di Orbassano, lasciando il campo di allenamento alle giovanili, mentre lo stadio era ormai in un avanzato stato di degrado, anche a causa del calcestruzzo utilizzato nella costruzione, che condusse a parziali crolli delle strutture.
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