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La Galup e il panettone piemontese

Da Redazione TorinoFree.it

Novembre 29, 2018

La Galup e il panettone piemontese

galup 1Dolce, morbido e dalla forma insolita, lo storico panettone piemontese ha una storia che parte dagli anni Venti, quando a Pinerolo, in provincia di Torino, nacque la Galup, allora solo un nome con una ricetta originale per un panettone diverso da quello milanese.

A idearlo fu Pietro Ferrua, detto Monsù Ferrua, nato nelle Langhe, ma pinerolese d’adozione.  Ebbe una felice intuizione, un’innovazione, brillante e gustosa, rielaborare un’antica tradizione lombarda per creare un nuovo classico dell’alta pasticceria piemontese.

Con gli anni la ricetta si è modificata, ma il cuore del dolce è sempre lo stesso che venne creato da Ferrua nel 1922 e che fece guadagnare alla sua pasticceria il titolo di Fornitore della Real Casa nel 1937.

Tutto questo partendo da un semplice panettone basso con la glassa di nocciole Piemonte, nato come una variante al panettone milanese, che è alto e sopra non ha nulla, ideata grazie anche al grande sostegno della moglie Regina, che fece in modo che il laboratorio artigianale di Pietro fosse conosciuto a livello regionale e poi in tutta la penisola.

Nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale, Ferrua cedette il suo laboratorio nel centro storico di Pinerolo per spostarsi in Via Fenestrelle, dove oggi c’è un moderno stabilimento di diecimila metri quadri.

Tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta la Galup si espanse anche nel contesto internazionale, grazie anche all’attore piemontese Erminio Macario, che fu il grande protagonista nei caroselli Galup.

Tra gli anni Settanta e Ottanta la Galup poteva vantare una produzione di 30.000 panettoni e una settantina di dipendenti, senza contare gli operai stagionali e un fatturato di circa quindici miliardi di lire.

Ma con l’inizio degli anni Novanta incominciò il declino dell’azienda, per colpa dell’agguerrita concorrenza.

La riduzione della produzione fece si che il 1 ottobre 2012 la Galup cessasse del tutto l’attività.

Ma pochi mesi dopo quattro imprenditori torinesi, Paolo Covelli, Valter Rabaioli, Giovanni Tonno, che lavoravano nel settore auto motive, e Pietro Drago, un pubblicitario,  comprarono le quote della Galup facendo ripartire l’azienda per produrre prima le colombe pasquali e poi lo storico panettone.

Oggi la Galup è tornata a lavorare al suo panettone, con la ricetta composta da Nocciole Piemonte, uova fresche di galline allevate a terra, farina di grano selezionato, latte fresco italiano, burro tradizionale e frutta candita con lo zucchero.

Il lievito madre è ancora oggi quello di Pietro Ferrua, ravvivato ogni giorno con acqua e farina perché conservi intatte le qualità di questo panettone, fatto come a casa e senza coloranti e conservanti, con la glassa fatta a mano: irregolare e diversa e al tempo stesso spessa e croccante, che ha da sempre il contributo di uomini e donne che si conoscono e ogni giorno conservano la memoria di una storia piccola, ma al tempo stesso così importante.

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