Su Interiorissimi l’intervista all’Architetto Anna Carulli: un Mediterraneo che rigenera
Da Claudio Pasqua
Giugno 27, 2025

Nel suggestivo scenario dello Stretto di Messina, tra i venti contrari che si fondono e le culture che da secoli si incontrano, prende vita una delle voci più autorevoli dell’architettura sostenibile italiana: quella dell’Architetto Anna Carulli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. L’intervista rilasciata a ThinkinGreen 2025, evento internazionale dedicato all’economia sostenibile, è un concentrato di visione, tecnica e radicamento territoriale, capace di ispirare professionisti, istituzioni e comunità.
Carulli interpreta l’architettura come un gesto di equilibrio dinamico tra paesaggio, memoria e tecnologia. La sua visione si inserisce in un contesto preciso: quello di un Sud Italia che vuole essere protagonista della transizione ecologica, non per imitazione di modelli esogeni, ma per valorizzazione della propria identità. Lo Stretto di Messina, con la sua morfologia mutevole e il suo patrimonio di resilienza culturale, diventa laboratorio vivente di questo approccio: qui l’architettura non occupa lo spazio, ma lo orchestra, come scrive la stessa Carulli, trasformando ogni intervento in un’opera di riconciliazione tra forze naturali e storiche.
Un concetto chiave che emerge dall’intervista è quello di “decarbonizzazione identitaria”, un paradigma progettuale che rifiuta le soluzioni standardizzate e promuove invece l’innesto di tecnologia avanzata sulle filiere locali. Non si tratta solo di costruire in modo sostenibile, ma di generare valore ambientale, sociale ed economico a partire dalle specificità dei territori. È una sostenibilità che non si misura solo in emissioni evitate, ma anche in quantità di senso, memorie salvate, economie artigianali riattivate.
Particolarmente interessante è l’approccio metodologico che Carulli adotta nella pratica quotidiana. Davanti a ogni sito, l’architetto apre due quaderni: uno raccoglie le “biografie del luogo” – storie, tecniche, specie vegetali – mentre l’altro analizza i flussi ecologici e i dati ambientali. Solo quando queste due mappe si sovrappongono nasce il progetto: è qui che prende forma la simbiosi tra identità e performance. Un esempio emblematico è il recupero di un magazzino agrumario trasformato in polo carbon-positive, dove la tradizione rurale e le energie rinnovabili convivono armoniosamente.
L’intervista tocca anche temi di grande attualità, come il consumo di suolo, che in Italia continua a procedere a ritmi insostenibili. Carulli risponde con progetti concreti di rigenerazione urbana, come il recupero dello scalo ferroviario di Reggio Calabria, che ha restituito permeabilità al suolo e risparmiato tonnellate di CO₂. In quest’ottica, la riqualificazione dell’esistente diventa il gesto più etico e visionario dell’architettura contemporanea.
Un altro passaggio cruciale è quello dedicato alla “ruralizzazione” della città. Ben oltre la piantumazione di alberi, l’idea è quella di reintegrare funzioni ecologiche, agricole e sociali negli spazi urbani. Il Parco delle Torri, con i suoi orti collettivi, i sistemi di fitodepurazione e le infrastrutture open-data, rappresenta un modello replicabile di città-ecosistema, capace di rigenerare ambiente e relazioni.
Molto forte anche il messaggio sul rapporto tra tecnologia e bioarchitettura. Spesso si pensa che alta tecnologia e sostenibilità “naturale” siano inconciliabili. Ma Carulli dimostra il contrario: l’impiego di nanotubi di carbonio (CNT)all’interno di compositi bio-based – come intonaci realizzati con canapulo, calce e silice vulcanica – permette di alleggerire le strutture, abbattere l’inquinamento e creare materiali riciclabili e biodegradabili. Non c’è contraddizione, dunque, se la tecnologia diventa strumento per potenziare i cicli ecologici, non per sostituirli.
Un ulteriore elemento innovativo è il nuovo “Bio-Score” elaborato da INBAR, che integra indicatori sociali come ore di volontariato, posti di lavoro locali e competenze artigianali coinvolte nei progetti. La sostenibilità viene così letta come espansione delle capacità umane, secondo l’approccio di Amartya Sen: non solo watt risparmiati, ma anche libertà guadagnate.
In questo quadro, il progetto CANAPA NEW TECH, presentato a Messina, diventa esempio concreto di ciò che Carulli auspica: un’economia circolare fondata su saperi agricoli, tecnologie pulite e innovazione sociale. Grazie a realtà come Millasensi, si sta delineando un modello territoriale che unisce agricoltura, edilizia, design e partecipazione comunitaria. L’industria della canapa, risorsa versatile e a basso impatto, si trasforma così in motore di rigenerazione per interi ecosistemi locali.
Infine, un tema sotteso ma sempre presente nell’intervista è quello del Mediterraneo come spazio politico e culturale. Citando Braudel, Carulli ci ricorda che il nostro patrimonio non è fatto di mura ma di incontri, scambi, contaminazioni. L’architettura, allora, diventa narrazione vivente di questa complessità, un mezzo per costruire alleanze tra paesaggi e persone, tra scienza e tradizione, tra locale e globale.
A sottolineare la rilevanza nazionale dell’intervista anche la presenza e il contributo dell’Architetto Piero Luigi Carcerano, torinese, Presidente della Commissione Comunicazione ed Editoria dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura e Vicedirettore della rivista Interiorissimi. Carcerano rappresenta una figura chiave nel dialogo tra progettazione sostenibile e divulgazione culturale. Il suo impegno editoriale è orientato a diffondere la cultura della bioarchitettura attraverso contenuti accessibili ma di alto livello, promuovendo visioni avanzate del costruire contemporaneo.
Interiorissimi, rivista di architettura, design e interni con sede a Torino, si conferma così un punto di riferimento nazionale per il dibattito sulle trasformazioni del paesaggio costruito. Il radicamento torinese della testata – in una città che da sempre è laboratorio di innovazione industriale e culturale – rafforza la capacità della rivista di raccontare e stimolare esperienze di eccellenza, come quelle emerse a ThinkinGreen 2025. Attraverso collaborazioni autorevoli e inchieste di taglio multidisciplinare, Interiorissimi agisce come ponte tra professionisti, istituzioni e cittadini, contribuendo a una nuova educazione ambientale, estetica e civile.
Fonte Intervista: https://interiorissimi.it/intervista-allarchitetto-anna-carulli/
Si ringrazia l’Architetto Piero Luigi Carcerano
Presidente Commissione Comunicazione ed Editoria INBAR
Vicedirettore di Interiorissimi

Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana