Polincontri musica 2021/2022: pomeriggio tra musica e scienza con una conferenza-concerto a Torino
Da Federica Felice
Febbraio 04, 2022
Edizione Polincontri Musica, il programma ed i protagonisti
Tutto questo al Castello di Valentino, anziché al Politecnico di Torino, dell’Aula Magna “Giovanni Agnelli” in corso Duca degli Abruzzi 24. Lunedì 14 febbraio 2022, alle ore 17.00, il concerto a ingresso gratuito + Ciclo Scienza e Creatività.
Lo spettacolo – interpuntato da pagine liutistiche – prende le mosse dal galileiano Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, ovvero dal concetto di imperfezione del Cosmo esplorandone l’evoluzione.
Ecco allora la critica alla fisica aristotelica, la distinzione fra Terra corruttibile e Corpi
celesti, il terrore della morte che ha indotto i filosofi a ritenere perfetto ciò che è immutabile, l’esaltazione provocatoria del «vilissimo fango, ove risiedono le forze vitali della Natura capaci di far crescere il gelsomino o l’arancino della Cina», non meno rilevante dell’oro e delle gemme incorruttibili. Il dettaglio dei brani potrebbe subire una possibile revisione. L’evento prevede altresì la diretta facebook alla pagina Polincontri Classica.
Uno spettacolo musicale ma anche scientifico
Lo spettacolo scientifico e musicale vede sul palco Andrea Gori del Museo Galileo di Firenze nella veste di divulgatore e Massimo Lombardi che accompagna eseguendo brani con il liuto, ma non solo.
Nella cornice del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo verrà illustrato il concetto di imperfezione del mondo esplorandone anche l’evoluzione dal tempo di Galileo ai nostri giorni. Nella prima giornata del dialogo, i tre protagonisti, Sagredo, Salviati e Simplicio, si dedicano alla critica di tutta fisica aristotelica e alla distinzione fra la Terra corruttibile e i corpi celesti immutabili e perfetti.
Sagredo sostiene che la perenne trasformazione dei corpi non è segno d’inferiorità e che solo il terrore della morte ha indotto gli aristotelici a ritenere perfetto ciò che è immutabile. Pertanto non si può immaginare sciocchezza maggiore di quella di chi reputa superiori le gemme e l’oro al vilissimo fango: solo in quest’ultimo infatti vi sono le forze vitali e
materiali della Natura capaci di far nascere e crescere il gelsomino o l’arancino della Cina.
Per Simplicio invece tutti gli astri non possono che essere, come le gemme, incorruttibili in quanto finalizzati all’“utile” e al “diletto” degli uomini.
Andrea Gori è responsabile delle attività didattiche del Museo Galileo di Firenze, che conserva una delle raccolte di strumenti scientifici più importanti al mondo, in particolare gli strumenti originali di Galileo Galilei.
La sua attività riguarda lo svolgimento di visite e attività di laboratorio su varie tematiche di storia della scienza per le scuole ed il pubblico di varie estrazione, con esperienze che
includono l’utilizzo di repliche di vari reperti presenti nel museo.
Massimo Lombardi si è laureato, con lode, in Musicologia e beni musicali presso l’Università degli Studi di Milano. È laureato in chitarra classica, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio Statale “Guido Cantelli” di Novara, sotto la guida di Mario Dell’Ara. Ha ottenuto il titolo di “Tecnico del modello Benenzon”, presso il Centro Musicoterapia Benenzon Italia di Torino.
Ha studiato e si è perfezionato con Guido Margaria, Opkinson Smith, Rolf Lislevand e Ugo Nastrucci. Dedicatosi alla musica antica e barocca, che esegue su copie di strumenti originali d’epoca, svolge attività concertistica e collabora con diverse formazioni vocali e strumentali tra cui In Tabernae Musica, Gli Invaghiti, Turin Baroque Orchestra, Accademia del Ricercare, Cenacolo della Chimera, Ensemble Baschenis, Zero Emission Baroque Orchestra.
Ha suonato in stagioni concertistiche in Svizzera, Francia, Germania, Austria e Polonia. Si è esibito per Rai Radio Tre, Radio 24 e RSI. Impegnato nell’indagine musicologica ha pubblicato due studi inerenti un prezioso ed anonimo manoscritto per liuto del sec. XVI, quindi uno studio dedicato al musicista lucchese Giovanni Antonio Papera.
Ha realizzato svariate registrazioni discografiche per OPUS 111, STRADIVARIUS,
MAP, TACTUS, FERAG, VELUT LUNA, ELEGIA. All’attività concertistica e di ricerca musicologica affianca quella didattica. Insegna alla Scuola di Musica Dedalo di Novara. Presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino è docente dei corsi di “Intavolature di liuto e loro trascrizione” e “improvvisazione allo strumento”.
Galileo Galilei: pensiero, filosofia, ricerca, metodo e scoperte scientifiche
Galileo Galilei si può ritenere il fondatore della metodologia della scienza moderna, egli decise che in fisica, in contrasto con quanto avviene in matematica, i principi primi devono essere derivati dall’esperienza e dalla sperimentazione.
Il modo per ottenere principi corretti e fondamentali consiste nel prestare attenzione a ciò che dice la natura piuttosto che a quello che preferisce la mente, in evidente contrasto con Descartes che riteneva i sensi più soggetti all’illusione di quanto fosse la mente.
A differenza degli aristotelici e degli scienziati tardo-medioevali, Galileo si proponeva di trovare degli assiomi quantitativi e dileggiava coloro che a suo avviso erano “filosofi in libris”: sapienti che, di fronte a un evento naturale, usavano dotte bibliografie e non si curavano di dati sperimentali o di dimostrazioni matematiche.
Nel “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, Galileo scrive: “La filosofia naturale è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, io dico l’universo, ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri nei quali è scritto.
Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure
geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.”
Galileo con il suo metodo, che univa il ragionamento matematico all’osservazione sperimentale, creò le basi per la moderna ricerca scientifica. Inoltre, la sua scelta di scrivere in volgare con uno stile semplice ma di grande valore letterario, anziché in latino all’epoca linguaggio dei dotti, gettò le basi della comunicazione scientifica e del problem-solving in modo di poter avere la più ampia diffusione.
L’Accademia del Cimento, con la sua esperienza decennale, 1657-1667, è stata la prima
associazione scientifica a utilizzare il metodo sperimentale galileiano in Europa. Una grande
modernità è contenuta nei quattro princìpi della società: 1- la sperimentazione (a proposito di ogni cosa, in questo periodo ai primordi della scienza); 2 – il rifuggire dalle speculazioni; 3 – la creazione di strumenti da laboratorio; 4 – l’uniformità nei metodi e negli strumenti di misurazione.
Nell’estate del 1609 Galileo Galilei seppe che alcuni occhialai olandesi avevano realizzato un
curioso strumento ottico: un tubo munito alle estremità di due lenti, guardando attraverso il quale gli oggetti lontani apparivano più vicini. Non appena conobbe i dettagli costruttivi, Galileo si dedicò a perfezionare lo strumento, riuscendo in pochi mesi ad aumentarne il potere d’ingrandimento. Fu però verso l’autunno del 1609 che Galileo compì un atto davvero straordinario: spinto dalla curiosità scientifica, diresse il proprio strumento perfezionato verso il cielo: gli astri conosciuti svelarono fisionomie inattese e nuovi astri si aggiunsero a quelli del vecchio Cosmo tolemaico.
Galileo comprese subito l’inestimabile valore delle sue scoperte telescopiche e come esse costituissero nuove basi osservative per promuovere la dottrina copernicana sul moto della Terra.
Galileo Galilei può essere considerato il primo astronauta della terra perché il telescopio diventa una navicella, allargando la visione dell’uomo che diventa incredibilmente vasta.
Il Sidereus Nuncius, breve trattato di astronomia pubblicato nel 1610, è il diario di bordo della navicella. Nelle prime pagine del Sidereus Nuncius, Galileo definisce con grande scrupolo le caratteristiche fondamentali del suo strumento:
“si procurino in primo luogo un cannocchiale perfettissimo, il quale rappresenti gli oggetti chiari, distinti e sgombri d’ogni caligine, e che li ingrandisca di almeno quattrocento volte […] che se tale non sarà lo strumento, invano si tenterà di osservare tutte quelle cose che da noi furono viste nel cielo e che più oltre saranno enumerate” (ivi, p. 8).
Nelle sessanta pagine del “diario di bordo” Galileo presenta e riassume le scoperte effettuate nei mesi precedenti con l’uso di un cannocchiale rivolto al cielo per delle osservazioni notturne, scoperte che gli permettono di smontare e rivoluzionare la scienza del suo tempo.
Per informazioni: POLINCONTRI
Orario: 9.30 – 12.45; 13.30 – 17.00
Tel. +39 011.090.7926/7806 – fax +39 011.090.7989
e-mail: Polincontri@polito.it – www.polincontri.polito.it/classica/
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Federica Felice
Formata come Interior&Garden Designer, ho frequentato un corso di giornalismo che mi ha permesso di prestare servizi come copywriter e ghostwriter. Sono curiosa di natura e, tra i diversi interessi, ho la passione per la fotografia e i libri/film gialli.