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Dazi di Trump, gli effetti sul Piemonte: a rischio quasi il 10% delle vendite all’estero

Da Gianluca Rini

Aprile 04, 2025

Dazi di Trump, gli effetti sul Piemonte: a rischio quasi il 10% delle vendite all’estero

L’adozione di nuove barriere doganali da parte degli Stati Uniti ha creato in poche ore un clima di grande apprensione tra gli operatori economici del Piemonte. Secondo i dati più recenti, la regione ha venduto oltreoceano merci per oltre 5 miliardi di euro nel 2024, corrispondenti a circa l’8,3% dell’export complessivo.

Macchinari, sistemi di trasporto e prodotti alimentari rappresentano i segmenti più esposti a questa nuova ondata di dazi. Alcune stime evidenziano come il comparto automotive, già in calo del 42% nello scorso anno, rischi effetti ancora più marcati. Nel panorama nazionale, l’unica realtà con una presenza automobilistica più rilevante verso il mercato statunitense sarebbe l’Emilia-Romagna, grazie al suo polo motoristico.

Le conseguenze sulle esportazioni piemontesi

Gli analisti locali calcolano che macchinari e apparecchiature coprano oltre il 30% dell’interscambio regionale con gli Usa, mentre i veicoli e i mezzi di trasporto superano il 20%. I prodotti agroalimentari, tra cui cibi e bevande, raggiungono invece circa il 14%. La situazione si presenta incerta, poiché l’aumento dei costi potrebbe frenare le vendite e ridurre la competitività delle imprese piemontesi.

Allarme tra gli industriali

Nell’ambito dell’Unione Industriali di Torino, il presidente Marco Gay ha segnalato che l’annuncio delle nuove tariffe rappresenta una difficoltà rilevante per l’economia europea e statunitense. Ha sostenuto che una parte dei rincari si rifletterà probabilmente sul prezzo finale dei beni, con possibili ricadute sui consumi e un potenziale incremento dell’inflazione.

Ha inoltre espresso la necessità di definire un’azione condivisa a livello comunitario, poiché la questione non può essere affrontata singolarmente dai singoli Paesi.

Preoccupazioni per le piccole e medie imprese

Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino, ha evidenziato il malumore espresso da molte PMI, timorose di possibili ritardi nei pagamenti e di ulteriore instabilità sul fronte finanziario. Secondo la sua visione, le istituzioni dovrebbero adottare misure adeguate per contrastare l’innalzamento dei costi e garantire la sostenibilità delle imprese, che percepiscono una fase di grande incertezza nelle relazioni internazionali.

I timori del settore artigiano

Un sondaggio di Cna Piemonte sottolinea che la metà degli imprenditori artigiani vive con forte agitazione l’introduzione dei nuovi dazi. Più di un terzo prevede conseguenze gravi per il proprio volume d’affari, mentre oltre il 40% teme effetti negativi sia nel breve sia nel lungo periodo.

In base a questi dati, il segretario regionale Delio Zanzottera sottolinea che molte realtà artigiane non dispongono di strutture abbastanza robuste per superare barriere doganali così alte. Sullo stesso fronte, Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino, mette in guardia sul pericolo di ricadute estese, poiché la filiera meccanica e le imprese manifatturiere rischiano di subire contraccolpi notevoli.

Caffè e agroalimentare: le posizioni dei grandi marchi

Un gigante come Lavazza, attivo negli Stati Uniti con un fatturato di 400 milioni, mostra cautela. L’amministratore delegato, Antonio Baravalle, ha riferito che le maggiorazioni doganali possono rallentare la crescita e aumentare il pericolo di fasi recessive.

Nonostante ciò, l’azienda punta a rafforzare il proprio presidio negli Usa, dove già produce la metà dei volumi destinati a quel mercato e mira a spostare l’intero ciclo produttivo sul posto, anche se servirà tempo per completare il piano.

Sul versante agroalimentare, Coldiretti Piemonte, rappresentata dalla presidente Cristina Brizzolari, segnala la concreta probabilità di un incremento dell’Italian Sounding. Questo fenomeno danneggia i produttori regionali, poiché favorisce copie che imitano il vero Made in Italy. L’associazione auspica un lavoro di diplomazia da portare avanti nelle sedi comunitarie, con l’obiettivo di salvaguardare le imprese locali.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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