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RISEBrain: a Torino scoperto un meccanismo dello sviluppo di metastasi cerebrali

Da Gianluca Rini

Novembre 25, 2024

RISEBrain: a Torino scoperto un meccanismo dello sviluppo di metastasi cerebrali

Il progetto di ricerca europeo RISEBrain ha portato all’identificazione di un meccanismo chiave nello sviluppo delle metastasi cerebrali e ha suggerito possibili obiettivi terapeutici. Questo studio ha visto la partecipazione di esperti dell’Università di Torino e della Città della Salute, che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista internazionale Cancer Discovery. Tra i principali autori vi sono il professor Luca Bertero, del dipartimento di Anatomia Patologica, e la dottoressa Alessia Pellerino, della Neuro-oncologia dell’ospedale Molinette di Torino.

Nuove scoperte sullo sviluppo delle metastasi cerebrali

Lo sviluppo delle metastasi cerebrali rappresenta un campo di ricerca significativo in oncologia, in particolare per pazienti con tumore polmonare, che possono essere colpiti da metastasi nel 30% dei casi. Nonostante i vari trattamenti disponibili, tra cui chirurgia, radioterapia e farmaci, queste metastasi mostrano spesso un decorso aggressivo e difficile da trattare.

Nel campo dell’oncologia, l’introduzione dell’immunoterapia ha cambiato in modo significativo la prognosi per molti pazienti, anche con malattia avanzata. Ma, nel caso delle metastasi cerebrali, la risposta dei pazienti ai trattamenti è ancora imprevedibile, in gran parte a causa della complessità del sistema nervoso. In questo contesto, il progetto RISEBrain ha fatto luce su un nuovo meccanismo, rivelando come gli astrociti, un tipo di cellula cerebrale, ostacolino la risposta immunitaria contro le metastasi, facilitandone lo sviluppo.

Attraverso l’analisi di modelli derivati da campioni di metastasi cerebrali di pazienti con tumori ad alta incidenza, in particolare polmonari e mammari, i ricercatori hanno indagato le interazioni tra astrociti e linfociti citotossici. Questo ha portato all’identificazione della proteina TIMP1 come un elemento fondamentale di queste dinamiche. TIMP1, legandosi ai linfociti, inibisce la risposta immunitaria e promuove la crescita delle metastasi.

Implicazioni terapeutiche e prospettive future

I risultati di questo studio aprono la strada a molteplici applicazioni. Una delle più promettenti è l’uso della proteina TIMP1 per stimare la prognosi dei pazienti con metastasi cerebrali, aiutando a scegliere il percorso terapeutico più adatto.

I ricercatori hanno dimostrato che si può misurare la presenza di TIMP1 nel fluido del cervello e del midollo spinale. Questo significa che, tramite un esame relativamente poco invasivo, come un prelievo del liquor, sarà possibile individuare i pazienti più adatti al trattamento, avvalendosi di una sorta di biopsia liquida.

Un’altra potenziale applicazione riguarda l’aspetto terapeutico. Il meccanismo identificato potrebbe diventare il bersaglio di nuovi approcci di immunoterapia capaci di controllare la progressione della malattia nel cervello. Queste scoperte potrebbero segnare un importante passo avanti nella lotta contro le metastasi cerebrali, offrendo nuove speranze a molti pazienti.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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