Il paradosso dell’Intelligenza Artificiale: minaccia i lavori più sofisticati, salva quelli manuali
Da Claudio Pasqua
Agosto 14, 2024
L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il mondo del lavoro, mettendo a rischio molte delle professioni più avanzate, ma allo stesso tempo creando nuove opportunità, soprattutto per i lavori manuali e artigianali. Secondo uno studio del gruppo di ricerca Crisp dell’Università Bicocca, l’automazione potrebbe influenzare fino a un terzo della forza lavoro, con le professioni manuali che risultano essere le meno esposte a questa rivoluzione.
Il lavoro artigianale quello meno a rischio
I lavori che richiedono competenze manuali, come quelli dell’artigianato tradizionale, risultano più difficili da automatizzare, in quanto spesso richiedono una combinazione di abilità pratiche, esperienza e sensibilità umana che l’IA non può replicare completamente. Questi mestieri, che includono carpenteria, sartoria, e lavorazione dei metalli, continueranno a essere rilevanti, specialmente per coloro che cercano prodotti unici e di alta qualità.
L’artigianato si sta trasformando: l’arrivo dei Makers
Inoltre, stanno emergendo nuove figure professionali note come i “makers” o “artigiani digitali”. Questi nuovi artigiani combinano le tecniche tradizionali con tecnologie avanzate, come la stampa 3D e il design assistito da computer (CAD), per creare prodotti innovativi che uniscono artigianato e tecnologia. I makers rappresentano un’evoluzione del lavoro manuale, dimostrando che l’innovazione tecnologica non solo può preservare i mestieri tradizionali, ma può anche dare loro nuova vita.
La parola “Makers” è stata resa di pubblico dominio da Dale Dougherty, il fondatore della rivista Make nel 2005. Dougherty è stato uno dei principali promotori del movimento dei “makers”, un termine che descrive le persone che creano, inventano e costruiscono oggetti utilizzando una combinazione di strumenti tradizionali e digitali. La rivista Make e il successivo lancio della Maker Faire hanno giocato un ruolo cruciale nella diffusione di questa cultura, mettendo in contatto creativi, ingegneri, artigiani e appassionati di tecnologia in tutto il mondo.
Dougherty ha utilizzato il termine “makers” per includere una vasta gamma di attività creative, dall’artigianato tradizionale all’elettronica fai-da-te, promuovendo l’idea che chiunque può essere un creatore o innovatore con gli strumenti giusti e la giusta mentalità.
Tuttavia, l’evoluzione verso una maggiore integrazione tra tecnologia e lavoro manuale richiede un costante aggiornamento delle competenze. La formazione continua diventa quindi essenziale per permettere ai lavoratori di adattarsi ai cambiamenti e di sfruttare al meglio le nuove opportunità offerte dall’IA. Le aziende devono investire in programmi di formazione, mentre i governi devono implementare politiche attive del lavoro che supportino questa transizione, specialmente per le piccole e medie imprese che potrebbero avere difficoltà a tenere il passo con l’innovazione tecnologica.
Mentre l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida significativa per molte professioni, apre anche nuove possibilità per i lavori manuali e artigianali. Con una pianificazione attenta e un investimento nelle competenze, è possibile affrontare la transizione tecnologica in modo da massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.
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Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana