Un nuovo modo di intendere l’arte al Gam di Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 02, 2018

Dopo la Galleria Sabauda dei Musei Reali, anche la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha un nuovo allestimento permanente, con un percorso storico-cronologico di entrambe le collezioni dell’Ottocento e Novecento, che finisce con l’arte ottocentesca nelle ultime sale, con pareti rosa fucsia e verde acido.
La direttrice Carolyn Christov-Bakargiev ha dichiarato che questo è il primo museo al mondo che riallestisce le sue collezioni secondo due livelli, la storia dell’arte e quello della museologia.
Il percorso è stato curato per l’Ottocento da Virginia Bertone con Fabio Cafagna e Filippo Bosco, e per il Novecento da Riccardo Passoni con Giorgina Bertolino, per un viaggio nella storia del primo Museo Civico d’Arte Moderna d’Italia, attraverso le proprie raccolte, le acquisizioni e le politiche culturali promosse dai suoi direttori, come Pio Agodino, il primo alla guida del museo, Emanuele d’Azeglio, Vittorio Avondo, Enrico Thovez, Lorenzo Rovere, Vittorio Viale e Luigi Mallé.
A tutto questo si uniscono i metamusei, una serie di pareti che, con immagini d’epoca, documenti d’archivio e testi, offrono spunti di approfondimento sulle vicende artistiche e storiche del museo e della città, in rapporto agli avvenimenti italiani e del mondo.
Il percorso comincia al secondo piano tra dipinti e sculture che accompagnano il visitatore dalla nascita del museo nel 1863 fino ai primi anni del Novecento, con panchine al centro della sala e quadrerie su pareti rosso pompeiano e verde oliva che a poco a poco arrivano ad avere colori molto più acidi, mentre al primo piano sono esposte le opere dai primi del Novecento fino alla Pop art.
Torino fu la prima città italiana che promosse una raccolta pubblica di arte moderna, collocata con raccolte di arte antica in un edificio presso la Mole Antonelliana, per dar vita al suo Museo Civico, aperto nel 1863.
Nel 1895 il museo venne trasferito in un padiglione prospiciente corso Siccardi, oggi Galileo Ferraris, costruito anni prima per una mostra d’arte, e vi rimasero fino al 1942, quando l’edificio venne distrutto da un bombardamento.
Alla fine della guerra dove era il padiglione venne edificato l’attuale edificio progettato da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti, inaugurato nel 1959, poi dichiarato inagibile all’inizio degli anni Ottanta e infine riaperto al pubblico nel 1993 dopo un profondo rinnovamento.
Gli interventi hanno ampliato la superficie espositiva del museo, che dal 2003 fa parte della Fondazione Torino Musei.
Il museo è composto, oltre dalle gallerie per l’esposizione permanente, da sale per mostre temporanee e ambienti per le attività didattiche, inoltre la biblioteca d’arte e l’archivio fotografico della Fondazione Torino Musei hanno la loro sede alla GAM e sono aperte al pubblico.
Dopo il progetto di ristrutturazione del settembre 1999 è stato aperto anche un servizio di videoteca, considerato uno strumento essenziale per la conoscenza e lo studio del video e del cinema d’artista.
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