San Salvario è un quartiere di Torino, situato tra la stazione ferroviaria di Porta Nuova e il verdissimo Parco del Valentino, che negli ultimi anni si è visto protagonista di una notevole crescita a livello di servizi offerti nel campo della ristorazione e del divertimento. Da quando poi sono stati chiusi tantissimi club che si trovavano negli storici Murazzi, il quartiere è diventato il punto di riferimento per centinaia di ragazze e ragazzi.
I drappi rossi e i drappi blu
Si sà, le zone dedicate allo svago per i più giovani, portano da sempre a faide interne tra abitanti più o meno severi e imprenditori e gestori di locali che, soprattutto agli albori delle loro attività, si riempiono le tasche di ingenti quantità di denaro a cui in questo periodo è difficile dire di no. “Si prega di rispettare il vicinato” si legge storicamente sulle porte dei locali serali e notturni. Ma il livello di urla e confusione causato da quelle che in questi mesi sono vere e proprie miniere d’oro sta davvero superando il limite. Quando mancano poche ore al suonare della sveglia e non hai chiuso occhio è facile che il nervosismo abbia la meglio sul controllo delle corde vocali “Basta, fateci dormire” si può talvolta sentire echeggiare tra un balcone e l’altro delle strette viuzze di San Salvario. Ma non sono solo urla e scrosciate d’acqua lanciate dalle finestre a segnalare il diffuso malessere e dissenso di chi in San Salvario ci vive. Da mesi è ormai nata l’associazione “Rispettando San Salvario”, provvista di un proprio sito online, dove i residenti e domiciliati possono scambiarsi opinioni e informazioni. Tra le armi dell’organizzazione ci sono anche i particolari drappi che gli abitanti mostrano in bella vista su finestre e balconi. “Dormire per lavorare”, “Dormire per studiare”, “Dormire è un bisogno”. Accanto agli striscioni rossi però ne è spuntato anche qualcuno blu, a favore dei giovani e della movida, che recitano “Amo San Salvario, i suoi giovani, le sue voci, la sua vita”.
Fervore in Via Silvio Pellico
E’ cominciata alle 19,30 ed è andata avanti per oltre 9 ore. Una delle innumerevoli inaugurazioni di locali che spuntano come funghi nella zona preferita dai giovani Torinesi. Questa volta però qualcosa è cambiato, si è raggiunto un limite forse non ancora toccato prima. Oltre ad avere dovuto sopportare gli schiamazzi e, permettetemelo, la maleducazione degli ospiti del locale (si può star in giro fino a tardi, ma non è necessario urlare come se si fosse seduti sugli sgabelli di uno stadio), gli abitanti di Via Silvio Pellico, han trovato al risveglio una spiacevole sorpresa. All’inquinamento acustico si è aggiunto l’inquinamento ambientale. Un tappeto di bicchieri di plastica e cocci di vetro, è stato raccolto dalle braccia pazienti e instancabili di una signora della via. Le lamentele in mattinata erano tante, lo spirito e la tolleranza comunque alti “Era l’inaugurazione, speriamo che non sia tutte le sere così”, “Forse è il caso di chiamare i vigili la prossima volta”, e ancora una battuta della simpatica lavoratrice che ironizzava “Il locale si chiama come chi si occupa di acconciature, cosa avrebbero combinato se avessero inaugurato un ristorante?”.