A Bussoleno il Comune celebra il “Giorno del Ricordo”: la storia senza silenzi e reticenze
Da Claudio Pasqua
Febbraio 09, 2025

Il PalaConti di Bussoleno (TO) ha ospitato, in anticipo sulla data del 10 febbraio, la Giornata del Ricordo, dedicata alle foibe e all’esodo giuliano-dalmata. Organizzato dal Comune di Bussoleno in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) – Comitato di Torino e la Federazione ANCR di Torino. Media partner ADI Agenzia Digitale Italiana, Coordinamento organizzativo Dario Prodan – Image& Communication.
L’incontro ha visto la partecipazione di un grande pubblico soprattutto delle scuole di primo e secondo grado di Bussoleno e di figure di spicco della comunità degli esuli e di rappresentanti istituzionali.
L’incontro si è svolto alcuni giorni prima della data ufficiale del 10 febbraio, ricorrenza nazionale istituita con la Legge 92 del 30 marzo 2004, per facilitare la partecipazione delle scuole e delle istituzioni locali.
Tra i relatori principali, Emiliano Leccese, Vicepresidente della Federazione ANCR di Torino, Dario Prodan, esule di seconda generazione di Villardore, che ha condotto l’evento, affiancato dalle testimonianze di Antonio Vatta, esule da Zara e presidente del comitato torinese di ANVGD.
E Silvana Govich, originaria di Pola, che ha descritto come una bambina di 7 anni viveva le vicende che avrebbero portato la sua famiglia ad abbandonare le proprie terre. Le loro parole hanno offerto un racconto diretto e intenso di una delle pagine più drammatiche della storia italiana del Novecento.

Un aspetto centrale dell’evento sarà la riflessione sull’importanza di superare gli stereotipi e le distorsioni ideologiche che hanno spesso offuscato il significato di questa giornata. Troppo spesso, il Giorno del Ricordo è stato contrapposto al Giorno della Memoria del 27 gennaio, creando una polarizzazione che non rispecchia i valori di dialogo e verità storica che dovrebbero caratterizzare entrambe le celebrazioni.

Un dovere di memoria e conoscenza
Iil Sindaco di Bussoleno, Antonella Zoggia, ha rimarcato il valore di questa commemorazione, che da vent’anni rappresenta un’occasione di riflessione aperta e condivisa. La partecipazione attiva delle istituzioni e delle nuove generazioni è un segnale di maturità storica e democratica, che permette di affrontare il passato senza preconcetti ideologici.

“Anche quest’anno come per il 2024 in cui “la panchina blu elettrico” dedicata alle vittime delle foibe, fu posizionata in Piazzetta Italia, la nostra Amministrazione – dice il Sindaco – ha voluto rendere omaggio a chi, ottantun anni fa, ha perso la vita nelle fosse comuni carsiche in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, giornata riconosciuta come solennità civile nel 2004 dall’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
“Ventun anni nei quali, finalmente, grazie ai valori della nostra democrazia, abbiamo saputo riconoscere le tragiche vicende che travolsero le vite di tanti italiani che vivevano nel confine orientale e a cui venne negato persino il conforto della memori”a.
“Molte cose sono cambiate in questi anni e la consapevolezza si è fatta strada aprendo il cammino al compito di chiarezza che le parole hanno, ad un confronto ed ad un dialogo aperto, sereno e costruttivo con l’intento, attraverso un viaggio culturale oltre che storico, di scardinare gli stereotipi divisivi”.
“La cultura oltre le barriere e le barbarie per dialogare sul Giorno del Ricordo, lontano dagli steccati ideologici”.
“È questo lo spirito che ci ha animato nell’organizzazione di questa giornata che, non a caso, abbiamo voluto rivolgere anche e soprattutto ai ragazzi a cui fare arrivare il messaggio di necessità di conoscenza e di approfondimento oltre che di memoria su quel tristissimo momento della storia italiana.”
L’evento è stato presentato anche dalla consigliera comunale Antonella Arianos, che ha sottolineato l’importanza del Giorno del Ricordo come momento in cui la grande Storia incontra le piccole storie individuali, quelle di chi ha vissuto in prima persona la tragedia dell’esodo e delle foibe. La memoria, ha evidenziato Arianos, non deve essere solo un ricordo passivo, ma un atto di cultura e di elaborazione critica, capace di creare consapevolezza e unione.

“L’importanza di questa giornata – aggiunge il Consigliere Antonella Arianos – è di aver potuto celebrare la commemorazione insieme ad alcuni protagonisti delle vicende dei confini orientali, protagonisti che hanno ricordato a noi adulti e ai molti studenti presenti, che dietro ad una commemorazione ci sono sempre le persone che raccontano, per non permettere che le storie cadano nell’oblio. È il modo con cui viene passato il testimone, sta a noi ora continuarne la memoria. Un piccolo mattone che creerà conoscenza su una parte cruciale del nostro Paese.”
Una memoria riemersa dal silenzio
Per lungo tempo, la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è stata un capitolo dimenticato della storia italiana. Solo nel 2004, grazie all’impegno dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la Giornata del Ricordo è stata ufficialmente istituita come solennità civile. Da allora, il percorso di riscoperta e di divulgazione è stato costante, anche se ancora oggi permangono resistenze e interpretazioni distorte dei fatti.
La vicenda delle foibe e dell’esodo coinvolse migliaia di italiani che vivevano nelle terre dell’Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia, territori che, alla fine della Seconda guerra mondiale, passarono sotto il controllo jugoslavo. In questo contesto, migliaia di persone furono vittime di violenze e deportazioni, mentre oltre 300.000 italiani furono costretti a lasciare le loro case, perdendo ogni riferimento affettivo e culturale.
L’importanza della testimonianza diretta
Uno degli aspetti più toccanti dell’incontro è stato l’ascolto delle testimonianze dirette di chi ha vissuto sulla propria pelle quelle vicende. Antonio Vatta e Silvana Govich hanno raccontato il dramma dell’abbandono forzato della loro terra natale, le difficoltà incontrate nei campi profughi in Italia e il lungo processo di integrazione in un Paese che, inizialmente, non sempre accolse con comprensione gli esuli.
Le loro storie hanno emozionato il pubblico, in particolare gli studenti presenti, ai quali è stato affidato il compito di custodire questa memoria affinché non si perda nel tempo. Come ha sottolineato il consigliere comunale Antonella Arianos, la presenza dei giovani è essenziale perché sono loro i futuri custodi della storia. «Dietro ogni commemorazione ci sono persone reali con le loro sofferenze e speranze. Tramandare queste testimonianze è un atto di responsabilità collettiva», ha dichiarato Arianos.
Una commemorazione che guarda al futuro
L’evento di Bussoleno non è stato solo un momento di ricordo, ma anche un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro. La memoria delle foibe e dell’esodo non deve essere solo un monito contro le tragedie del passato, ma anche un insegnamento per costruire una società più giusta e inclusiva.
Nel 2024, l’amministrazione comunale di Bussoleno aveva già dimostrato il suo impegno nella valorizzazione di questa memoria con l’installazione della “panchina blu elettrico” in Piazzetta Italia, un simbolo dedicato alle vittime delle foibe. Questo gesto, insieme agli eventi commemorativi come quello del 5 febbraio, testimonia la volontà di mantenere viva la consapevolezza storica.
La sindaca Zoggia ha concluso l’incontro sottolineando come sia necessario «scardinare gli stereotipi divisivi e costruire un dialogo aperto e costruttivo». La storia delle foibe e dell’esodo non appartiene a una sola parte politica, ma è patrimonio di tutti, un capitolo doloroso che deve essere conosciuto e affrontato senza reticenze.
Il Piemonte celebra il “Giorno del Ricordo”: le Foibe e gli esuli giuliano-dalmati
La vicenda è certamente una delle pagine più buie della storia italiana, – continua il Sindaco – una tragedia per lungo tempo taciuta e ignorata dagli italiani stessi. Commemorarla è per noi un dovere sia per onorare la memoria delle vittime che hanno affrontato in prima persona grandi sofferenze e sono state costrette a lasciare le proprie case, che nei confronti delle nuove generazioni, alle quali bisogna trasmettere il ricordo di quanto successo in modo da scongiurare il silenzio e l’indifferenza.
La Giornata del Ricordo celebrata a Bussoleno ha rappresentato un importante passo avanti nel percorso di consapevolezza storica della comunità. L’evento ha dimostrato come la memoria non debba essere un peso del passato, ma un elemento attivo di crescita culturale e civile.
Grazie al contributo di testimoni diretti, storici e istituzioni, il messaggio di questa giornata è stato chiaro: conoscere la storia è il primo passo per evitare che tragedie simili possano ripetersi. La speranza è che momenti come questi continuino a essere organizzati e sostenuti, affinché le nuove generazioni possano costruire un futuro basato sulla conoscenza, sulla giustizia e sulla pace.
MATERIALE DIDATTICO
Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica [PDF]
Si tratta delle Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica: laboratorio di contemporaneità per affrontare le complesse vicende del Confine Orientale
Ref: https://www.mim.gov.it/-/linee-guida-per-la-didattica-della-frontiera-adriatica
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Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana