lunedì, Maggio 13, 2024
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Guido Seborga da Torino alla Liguria

guido seborga 1Un uomo e uno scrittore dalle mille facce, che nella sua lunga vita non si dimenticò mai dell’amata Liguria, il suo luogo del cuore dopo Torino.

Nato a Torino nel 1909, Guido Seborga era il primogenito dell’alpinista Adolfo Hess, colui che, con Kind, introdusse lo sci nelle montagne piemontesi.

Il giovane Guido visse la sua adolescenza nella Torino antifascista di Augusto Monti, di Felice Casorati, di Gobetti e poi di Mila e di Bobbio, ma il suo odio per il fascismo lo spinse a fuggire a Berlino, poco prima dell’avvento del nazismo, poi a Parigi, da lui amatissima.

Tornato a Torino Seborga divenne amico di Umberto Mastroianni e con lui e Luigi Spazzapan, Mattia Moreno, Oscar Navarro, Raf Vallone, Vincenzo Ciaffi, Albino Galvano, Piero Bargis formò una piccola resistenza intellettuale contro il fascismo, che però ebbe breve vita.

Nella seconda guerra mondiale Guido divenne parte del gruppo antifascista torinese di Casalegno, Ciaffi, Navarro, Silvia Pons, Anna Salvatorelli, Raf Vallone, Giorgio Diena che, unendosi al nucleo di GL di Agosti e Galante Garrone, diede vita nel 1942 al Partito d’Azione.

Dopo aver partecipato alla lotta partigiana nelle brigate socialiste Matteotti, Seborga nel secondo dopoguerra, contribuì alla rinascita della redazione torinese del Sempre Avanti poi ridiventato Avanti e lavorò come giornalista sui quotidiani e sulle riviste della sinistra italiana e internazionale, occupandosi di cultura, impegno, critica d’arte e attualità.

Il suo debutto come scrittore avvenne nel 1948 con L’uomo di Camporosso, edito nella collana Medusa degli italiani di Mondadori, cui un anno dopo seguì Il figlio di Caino, che racconta di un mondo di diseredati che combattono per la sopravvivenza, in una terra aspra e dura, in cui il lavoro è fatica e difendere le proprie convinzioni, sotto il regime, è drammatico.

Con il passar degli anni Seborga si distinse anche come poeta, pubblicando nel 1965 la raccolta Se avessi una canzone, dove dominano il mare, il sole, il vento, le aspre valli di confine di una terra di ulivi e viti, selvaggia come i suoi abitanti.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, dalla sua villa di Bordighera, lo scrittore fece parte dell’organizzazione del premio di letteratura e pittura Cinque Bettole, con personaggi di rilievo come Calvino, Vigorelli, Betocchi, Balbo, Sbarbaro, Bo, Pivano, Tecchi e dove furono premiati Berto, Caproni, Natta, Tomizza, e i giovani Gambarotta e Biamonti.

Malato da tempo, Guido Seborga morì il 13 febbraio 1990 nella sua Torino. 

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