Le aziende che chiudono in Piemonte superano le nuove attività: non succedeva dal 2020
Da Gianluca Rini
Gennaio 28, 2025

Nel 2024, in Piemonte, la bilancia tra attività appena avviate e imprese che hanno cessato il proprio ciclo produttivo si è inclinata leggermente verso una contrazione, anche se di dimensioni ridotte. Il tasso negativo, pari a -0,09%, indica che qualcosa si sia mosso in direzione opposta alla crescita sperata. Attualmente, si contano 419.634 realtà operative in questa regione, un bacino che rappresenta il 7,1% delle aziende presenti su scala nazionale.
Gli osservatori indicano che, nonostante la portata contenuta del fenomeno, resti importante esaminare i motivi dietro questa leggera riduzione, così da intervenire dove necessario e promuovere politiche di rilancio efficaci.
Bilancio tra aperture e chiusure
I dati di Unioncamere Piemonte mostrano 22.886 nuove imprese iscritte negli ultimi dodici mesi, con un aumento di 207 unità rispetto all’anno precedente. Contemporaneamente, però, si registrano 23.268 cessazioni, ovvero 1.176 in più rispetto al 2023: un incremento percentuale del 5,3%. Nel complesso, la diminuzione netta è modesta, ma abbastanza significativa da suscitare riflessioni sul clima economico regionale.
Secondo Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere, servono misure coordinate per rafforzare il tessuto produttivo. Il supporto creditizio, le soluzioni innovative e la formazione professionale, secondo Gian Paolo Coscia, possono contribuire a consolidare la ripresa, purché si agisca con una strategia unitaria che guardi al futuro.
L’andamento dei settori
Esaminando le diverse tipologie di aziende, risulta che le società di capitale siano cresciute del 3,19% nel 2024, mentre calano sia le società di persone (-1,91%) sia le attività individuali (-0,67%). Le imprese basate sul modello societario a capitale, infatti, costituiscono oggi il 22,4% dell’insieme delle realtà registrate nella regione, a fronte di un 15,8% rilevato dieci anni fa.
Sul fronte dei comparti, servizi e costruzioni mostrano un miglioramento, con un incremento rispettivo dell’1,28% e dello 0,43%. Segue il turismo, che con un +0,41% si attesta in terreno positivo. Il quadro si fa meno incoraggiante per industria (-0,78%), commercio (-1,43%) e agricoltura (-1,57%), che continuano a perdere imprese.
Diversità di risultati tra le province
Dal punto di vista territoriale, Asti risulta sostanzialmente stabile, con un leggerissimo +0,01%. Torino e Biella hanno una contrazione di medesimo ordine di grandezza, mentre Novara scende di un -0,12%, seguita da Alessandria (-0,14%) e Vercelli (-0,17%). Valori ancora più negativi si registrano a Cuneo (-0,30%) e soprattutto nel Verbano Cusio Ossola, dove il segno meno raggiunge lo 0,41%.
Queste variazioni, anche se complessivamente ridotte, tracciano una mappa eterogenea della condizione imprenditoriale regionale. Alcune aree conservano maggiore solidità, mentre altre evidenziano difficoltà da non trascurare, confermando la necessità di interventi mirati a sostenere la competitività e la vitalità del tessuto economico piemontese.
Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.