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Oggi è la Giornata Mondiale della Fotografia – l’arte che cattura gli attimi

Da Federica Felice

Agosto 19, 2022

Oggi è la Giornata Mondiale della Fotografia – l’arte che cattura gli attimi

Ebbene, il 19 agosto è stato istituito come Giornata Mondiale della Fotografia, un’arte a tutti gli effetti, indispensabile oggi, che occupa numerosi aspetti della vita quotidiana. Ma oggi si celebra la sua invenzione e la sua storia.

La fotografia e il dagherrotipo: inventori e storia

Ci sono voluti diversi step prima di arrivare all’attuale macchina fotografica, reflex o fotocamera da smartphone. In origine, furono Louis Jaques Mandé Daguerre e Joseph Nicéphore Niépce a ideare e realizzare il primo vero procedimento fotografico, nel 1837 circa, sviluppandolo attraverso il famoso dagherrotipo; ovvero, la prima forma di fotografia mai esistita.

Nel gennaio del 1839 verrà annunciata la scoperta dall’Accademia delle Scienze francese. Ufficialmente, sarà proprio il 19 agosto del 1839 il giorno in cui il Governo francese comunicherà al pubblico il brevetto del dagherrotipo e che verrà elargito a tutti.

La nascita della fotografia moderna è un “dono” prezioso. Aver scoperto come catturare la luce ed impressionarla su un foglio, riuscendo ad imprigionare un attimo fuggente, un momento di vita quotidiana, la realtà, è qualcosa di veramente straordinario. Anche se attualmente può sembrare scontato e banale, in quanto la nostra vita ora è in digitale e prêt-à-porter.

La fotografia è immortale. Poter sbirciare nel passato indelebile, a distanza di molti anni e secoli. La testimonianza della storia e delle persone esistite, è qualcosa che non ha prezzo. Ma non solo. Perché permette di vedere Paesi e luoghi lontani, senza muoversi da casa. È un’ “esperienza non vissuta”, ma che permette di conoscere e sapere, attraverso la vista, donando un’emozione. Una delle invenzioni più magnifiche mai escogitate.

La Giornata Mondiale della Fotografia viene istituita da un fotografo australiano, Korske Ara, nel 2010.

Cos’è il dagherrotipo?

Il dagherrotipo è il padre di tutte le macchine fotografiche a venire. Negli Anni ’30 dell’Ottocento, fu una vera rivoluzione culturale e di progresso per l’umanità intera.

Questo procedimento concedeva solo una copia positiva, avvalorandone l’unicità e originalità. La definizione di dagherrotipo ce la dà direttamente il vocabolario Treccani:

“il procedimento del dagherrotipo forniva un’unica copia positiva, non riproducibile, su supporto in argento o rame argentato sensibilizzato, in camera oscura, mediante esposizione a vapori di sodio”.

Ci voleva una mezz’ora fino ai tre quarti d’ora di esposizione prima che si potesse ottenere la foto. Proprio per questo, la fotografia scattata era considerata di grande valore e pregio, anche economico.

Una volta terminata l’esposizione, si estraeva la lamina e, a seconda dell’angolazione in cui veniva posizionata, si poteva notare il positivo o il negativo. Una volta emersa l’immagine, si custodiva in appositi contenitori, in modo che la luce non andasse a rovinarne l’insieme, continuando ad agire sulla lastra.

Ufficialmente, la prima fotografia scattata nella storia è considerata l’immagine di Daguerre, Boulevard du Temple, Paris, dove è ritratto appunto il panorama parigino e dove si può scorgere un lustrascarpe intento nel suo lavoro. Viene considerata la primissima foto scattata, nel 1838; ma, in realtà, ne esiste una antecedente a questa.

S’intitola “Vista dalla finestra di Le Gras”, immortalata da Niépce nel 1826, riprendendo il panorama fuori dal suo studio e ha subìto un’esposizione di ben 8 ore. In realtà si tratta di una eliografia, ma viene comunque considerata come la prima immagine scattata in bianco e nero della storia.

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Federica Felice

Formata come Interior&Garden Designer, ho frequentato un corso di giornalismo che mi ha permesso di prestare servizi come copywriter e ghostwriter. Sono curiosa di natura e, tra i diversi interessi, ho la passione per la fotografia e i libri/film gialli.

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