Chieri e Il “Giorno del Ricordo”: eventi e testimonianze degli esuli e delle Foibe
Da Claudio Pasqua
Febbraio 09, 2025

Ogni anno, il 10 febbraio, l’Italia si ferma per commemorare una delle fasi più dolorose e complesse della sua storia recente: il Giorno del Ricordo. Questa ricorrenza, istituita dal Parlamento italiano, ha l’obiettivo di mantenere viva la memoria delle sofferenze subite dagli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un periodo caratterizzato da violenze, esodi forzati e cicatrici profonde che ancora oggi meritano attenzione e riflessione.
A Chieri, questa giornata viene celebrata con una cerimonia solenne al Parco della Rimembranza. Lunedì 10 febbraio, alle 10, il sindaco Alessandro Sicchiero e il presidente del consiglio comunale Federico Ronco parteciperanno a un evento organizzato in collaborazione con diverse associazioni locali. Tra queste, l’Associazione Veneti Chieresi, l’Associazione Nazionale Figli di Mutilati ed Invalidi di Guerra (ANMIG) sezione di Chieri, l’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra (ANFCDG) e le associazioni d’arma della città. Un momento di raccoglimento per onorare le vittime delle foibe e gli esuli costretti a lasciare le loro terre.
La giornata prosegue alle 21, presso la Biblioteca Civica di Chieri, con una conferenza intitolata “I drammi del confine orientale: guerra, foibe, esodo”. L’incontro, organizzato in collaborazione con l’ANPI di Chieri, vedrà la partecipazione di Mario Renosio dell’Istituto Storico di Asti e Elda Gastaldi, presidente dell’ANPI sezione di Chieri. Sarà un’opportunità per esplorare le complesse vicende storiche del confine orientale italiano, dalla politica antislava del regime fascista alle atrocità commesse dai comunisti jugoslavi, fino all’esodo forzato di migliaia di italiani.
Il confine orientale racconta una storia fatta di sofferenze individuali e collettive, un dolore che persiste ancora oggi. Le foibe, le esecuzioni sommarie, le deportazioni e l’esodo di intere comunità sono ferite che rimangono aperte nel cuore della memoria nazionale. Ricordare non significa solo rendere omaggio alle vittime, ma anche riflettere sulle dinamiche di odio e violenza che hanno segnato quel periodo, affinché simili tragedie non si ripetano.
«Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi, le loro speranze, le terre dove avevano vissuto, di fronte alla minaccia dell’imprigionamento se non dell’eliminazione fisica. I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione.» (Sergio Mattarella)
Per approfondire:
https://www.mim.gov.it/-/linee-guida-per-la-didattica-della-frontiera-adriatica
Sono le Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica: laboratorio di contemporaneità per affrontare le complesse vicende del Confine Orientale
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Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana